Chewing gum: cosa accade ai denti di chi mastica?

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Secondo una recente sentenza del Tar del Lazio non è proprio così: non è possibile parlare di un’equivalenza tra gomme da masticare e corretta igiene orale. Come mai? Perché le gomme senza zucchero possono sì aiutare la salute dell’arco orale, ma non possono assolutamente sostituirsi agli strumenti professionali quali spazzolino, dentifricio e filo interdentale.

Ma cerchiamo di capire meglio: i chewing gum non hanno proprio alcun beneficio sulla bocca? Non è così. La masticazione, infatti, genera saliva che aiuta a mantenere la bocca umida. Quando mangiamo, la produzione di saliva aumenta, permettendoci di masticare e deglutire il cibo. E la saliva ha un effetto protettivo, in quanto neutralizza gli acidi che abbassano il pH della bocca (azione tampone), e facilita la rimozione del cibo dalla bocca. La masticazione di chewing-gum senza zucchero, dunque, stimola la produzione di saliva che aiuta a neutralizzare gli acidi prodotti dai batteri e presenti nei cibi. In questo modo, ci proteggiamo dalle carie poiché dopo aver mangiato il pH della placca dentale diventa acido per un certo periodo di tempo, favorendo la demineralizzazione dei denti e quindi rendendoli più suscettibili alla carie.

Ma attenzione: se masticati troppo a lungo, i chewing gum potrebbero avere l’effetto opposto. I massimi benefici antiplacca, infatti, si avrebbero masticando chewing gum senza zucchero per non più di dieci minuti, lasso temporale che coincide con il trasferimento di circa cento milioni di microbi dal cavo orale alla gomma. Superati i 10 minuti, la masticazione potrebbe essere deleteria perché alcuni microbi passati sul chewing gum potrebbero tornare nel cavo orale. Inoltre, chi soffre di cefalee intensive, dolori articolari o disordini cranio-mandibolari, potrebbe a seguito della masticazione di una gomma, vedere aumentato il proprio problema di base.

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